Hanno preso parte alla settimana residenziale di formazione, insieme al Vescovo, circa 30 preti diocesani ed un diacono permanente. Altri si sono aggiunti su singoli momenti.
Il tema affrontato è stato un approfondimento specifico di quello scelto per la formazione del clero nell’anno pastorale 2019/20: L’umanità in preghiera. In occasione dell’annunciata uscita della nuova traduzione del Messale, si è inteso prepararne la ricezione con un’ampia riflessione sulla preghiera personale e liturgica.
Nel percorso della settimana residenziale, innanzitutto, è emersa la vastità dell’esperienza umana della preghiera. La storia e l’attualità mostrano come gesti e atteggiamenti di preghiera, pratiche e sentimenti collegati ad essa siano costantemente presenti. La società secolarizzata dell’occidente europeo si presenta come un’eccezione. Il momento attuale vede in essa una diffusa disaffezione e diffidenza nei confronti di questa costante umana. Nell’intervento finale di mons. Giuseppe Angelini, a questa diagnosi (il difetto di preghiera nell’occidente secolarizzato) è stata associata l’idea di una «nostalgia di preghiera». Per l’umanità contemporanea Dio è un pensiero che persiste nelle menti, mentre non è presente nelle pratiche (attività quotidiane, alimentazione, vita sociale, lavoro relazioni materne e paterne …). Proprio questo residuo di pensiero può essere letto come una nostalgia della preghiera (che è affetto e gesto quotidiano).
SettRes2020, Umanitàinpreghiera_27-31gennaio